Secondo il padre, alcune “ideologie” nate in seno al partito democratico avrebbero influenzato la ragazza, influendo sulla sua decisione di iniziare la transizione di genere
Vivian Jenna Wilson, figlia transgender del magnate Elon Musk, ha dichiarato di voler lasciare gli Stati Uniti dopo la recente vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali. La giovane, di 20 anni, ha reso noto il suo pensiero tramite un post su Threads, spiegando che la conferma della rielezione di Trump l’ha spinta a riflettere sul suo futuro fuori dal Paese. «Non vedo il mio futuro negli Stati Uniti» ha scritto, criticando il clima politico e le tensioni crescenti verso la comunità lgbtq+.
Il rapporto tra Musk e Vivian
Wilson aveva già tagliato i ponti con il padre nel 2022, quando aveva chiesto ufficialmente il cambio di nome e genere. Da allora, il loro rapporto è diventato sempre più teso, con accuse reciproche apparse sui social media di entrambi. Musk, noto sostenitore di Trump, ha dichiarato in diverse interviste di ritenere che la rottura con la figlia sia stata causata dall’influenza dei «neo-marxisti» nelle scuole d’élite che frequentava, sostenendo che questa «ideologia woke» (“stare allerta” nei confronti delle ingiustizie sociali o razziali) abbia trasformato la giovane in una comunista radicale.
Durante un’intervista con il biografo Walter Isaacson, Musk ha attribuito in particolare la colpa alla Crossroads School for Arts & Sciences di Santa Monica, definendola un «nido di ideologia woke».
Inoltre, in un’altra apparizione pubblica con Jordan Peterson, ha affermato di aver «perso» sua figlia, sostenendo che Wilson «era morta» proprio a causa della nuova ideologia figlia del movimento Black Lives Matter e vicina ai valori del partito democratico.
Lo scambio di accuse
Da parte sua, Wilson ha risposto con dure critiche verso il padre, descritto in un’intervista come «freddo» e «crudele». Ha inoltre respinto le accuse di Musk di essere stato «ingannato» in merito al percorso di transizione della figlia, condividendo invece episodi della sua infanzia in cui sostene di essere stata trattata duramente per i suoi modi femminei. «Non è stato affatto ingannato» ha detto Wilson, precisando che Musk era pienamente consapevole delle scelte mediche a cui avrebbe voluto sottoporsi la giovane.
Intanto, Musk è emerso come uno dei principali sostenitori della campagna di Trump, donando circa 120 milioni di dollari a un super PAC pro-Trump. Questa alleanza ha segnato un cambiamento radicale per Musk, che solo pochi mesi fa si era dichiarato neutrale sulle elezioni. In un discorso recente a Butler, Pennsylvania, Musk si è dichiarato «non solo MAGA, ma un MAGA oscuro», ricevendo applausi dalla folla.