Parla Aldo Savoldello, in arte Silvan, stasera alle 21 al Teatro Italia per un’unica data romana del suo show, già sold out. «Sono un prestigiatore da quando sono un bambino. I trucchi non andrebbero mai rivelati»
«L’illusionista esibisce il falso e nasconde il vero, ma è una persona onesta». Si chiama Aldo Savoldello (87), ma tutti lo chiamano Silvan ed è una leggenda vivente nel mondo della magia. Stasera si esibisce per un’unica eccezionale data a Roma, alle 21 al Teatro Italia (via Bari, 18), già sold out da giorni. «C’è chi voleva venire dal Nord e non ha trovato posto» racconta lui, capace di tagliuzzare una donna in otto parti e ricomporla con la formula magica “Sim sala bim”. Nato a Venezia, è l’unico non americano ad aver vinto The Magician of the Year, l’Oscar della magia (come lui solo David Copperfield, che lo considera un maestro). Recentemente insignito da Mattarella del titolo di commendatore, Silvan è un vero affabulatore e ci ha raccontato la sua lunga carriera.
Come è entrato in contatto con la magia?
«Da bambino un mago mi intimò di stringere forte il pugno, facendoci entrare per incanto delle monete.
Sentii un tremore, il bacillus magicus mi era entrato dentro. Iniziai a cercare ovunque libri di magia nera, spiritismo e occultismo»A casa che combinava?
«Feci sparire mia sorella e poi mille altri oggetti che facevo ritrovare in posti impensabili».
Suo padre come reagì?
«Mi portò dallo psichiatra, a 7 anni. Davanti a lui tagliai una cordicella, me la misi in bocca e la ritirai fuori intera. “Il ragazzo è un artista”, fu il responso».
E a scuola?
«Il maestro vedeva che agitavo sempre la mano sotto il banco e pensava a cose strane. In realtà, io già manipolavo in continuazione le carte da gioco».
La sua prima magia?
«Tramutai l’acqua in vino all’oratorio, il parroco mi apostrofò: “no se podarìa far el xogo co’ l’aranciata?”».
Perché abbiamo sempre bisogno di illusioni?
«Sono parte integrante della natura dell’uomo, che ha disperato bisogno di irrazionalità».
E c’è sempre il trucco?
«Sì, ma non lo dico mai durante gli spettacoli. Il pubblico deve stupirsi e basta, senza chiedersi cosa c’è dietro. Ovviamente non sono effetti paranormali, ma solo giochi di prestigio».
La Tv ha aiutato la sua carriera?
«L’illusionismo è esploso grazie alla tv. Nel ’75 divisi in più parti Loretta Goggi e tenni in equilibrio la Carrà sulle punte di tre scimitarre. Poi c’è stato il boom, Harry Potter non è nato per caso. Ora sui social molti trucchi magici sono proposti con la spiegazione. Questo toglie la poesia, è come aprire il giocattolo di un bambino e fargli vedere gli ingranaggi. Io voglio generare l’incanto».
Mago Silvan: «Sono schedato dall’Interpol, non posso entrare al Casinò. Una volta rimasi chiuso in un baule, stavo per morire»
Se un trucco non riesce?
«Succede che si inceppi un attrezzo ma il pubblico non sa mai cosa andrò a fare, non lo svelo in anticipo. Trovo una soluzione sul momento e nessuno se ne accorge».
Che imprevisti sono capitati?
«Una volta, dopo la mia sparizione in scena dovevo ritornare dal fondo della sala, ma trovai la porta di accesso bloccata. Un’altra volta restai chiuso nel baule: l’assistente aveva perso la chiave e io stavo soffocando».
Ha mai spiegato un trucco, per problemi di forza maggiore?
«Alla società per la protezione degli animali, convinta che io schiacciassi una dozzina di colombe che usavo nello show!».
Un episodio che fece sensazione?
«Predissi con un mese di anticipo i titoli di prima pagina di sette quotidiani».
Ha avuto la tentazione di usare la sua abilità per arricchirsi, magari al casinò?
«La mia dirittura morale me lo ha sempre impedito».
Veste sempre elegantissimo, ha mai messo un jeans?
«Mai, ma ho più di 40 smoking».
Che pensa di chi turlupina la gente con la magia?
«Ho passato la vita a smascherarli, compresi i guaritori che estorcevano milioni alla povera gente o i medium fraudolenti che fanno le sedute spiritiche».
Lei incanta gli altri per professione, cosa sorprende lei?
«Quando riesco a creare qualche prodigio inedito, stupisco me stesso».
A chi tramanderà i suoi trucchi?
«A mio figlio e a chi con talento e passione saprà presentarli».