I piloti costretti a fronteggiare anche il collasso dei sistemi idraulici e la difficoltà di gestire i carrelli manualmente
Una concatenazione di cause è all’origine del tragico incidente del Boeing 737-800 della Jeju, compagnia low cost sudcoreana. Tutto comincia con un avviso dell’agenzia omologa del nostro Enac circa la presenza di uno stormo di uccelli lungo la rotta di avvicinamento alla pista 1 dell’aeroporto sudcoreano di Muan, 290 km a sud della capitale, Seul. Sono le 8.57 ora locale. Troppo tardi per le contromisure. A bordo ci sono 175 passeggeri e 6 membri d’equipaggio. Un minuto dopo, l’impatto con i volatili. Da terra si vede un improvviso sbuffo nel cielo dal motore destro e si sentono due, tre botti. Alle 9.03, sei minuti dopo, la tragedia contro quel muro a 300 metri dalla fine pista 19.
Sul sito specializzato The Aviation Herald, che raccoglie i pareri di comandanti ed esperti di volo, lo scenario è il classico bird strike, seguito dal cedimento dei motori nel momento in cui i piloti avrebbero dovuto riportare il velivolo in quello che tecnicamente è un go around, un’inversione per poi atterrare sulla stessa pista, ma dalla parte opposta.
Difficile immaginare la confusione dei piloti in quell’istante, dovendo eseguire una manovra complessa senza più motori e col collasso dei sistemi idraulici. A quel punto i carrelli, ritratti per riprendere quota, avrebbero dovuto nuovamente scendere con un’azione manuale, osserva un esperto sul sito. La realtà è che l’aereo avrebbe dovuto continuare la sua discesa atterrando sulla pista 1, al primo tentativo. In rete si fanno tutte le supposizioni. Primo, si tratta di un Boeing, ma non di un Max come quelli che hanno avuto problemi. L’apparecchio aveva una storia impeccabile. Quindici anni di volo senza problemi. La compagnia aerea è affidabile.
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I PRECEDENTI
L’assenza di carrello nel secondo tentativo di atterraggio ha fatto ricordare che lo scorso giugno l’americana Federal Aviation Agency (FAA) aveva ordinato alla Boeing una manutenzione speciale e la rimozione di oltre 300 assemblaggi di carrelli riparati in modo improprio dopo che nel 2020 si era registrato un cedimento. Il rischio non era la mancata uscita del carrello, ma la sua caduta. Sotto i raggi X il volo da Kabul a Washington di un 767-300 che a Bucarest, in Romania, aveva subito il cedimento del carrello sinistro toccando la pista 7 dell’aeroporto Aurel Vlaicu. Quindici membri d’equipaggio e 49 passeggeri furono evacuati, senza vittime né feriti. Ma tanto bastò ad avviare una ricognizione. Il caso vuole che proprio ieri, poche ore dopo l’incidente fatale di Muan, si siano verificati altri due incidenti, in Canada e Norvegia. A Halifax, nella Nuova Scozia canadese, al momento di atterrare i passeggeri di un Air Canada hanno sentito uno schianto, poi hanno visto l’ala sinistra inclinarsi e toccare la pista per il cedimento del carrello, e l’inizio di incendio ha portato fumo in cabina attraverso gli oblò. Tanta paura, nessun ferito. E ancora, un Boeing 737-800 KLM ha dovuto effettuare un atterraggio d’emergenza all’aeroporto di Oslo, Torp Sandefjord, per il cedimento del sistema idraulico. Illesi i 182 passeggeri a bordo, ma intanto il Boeing si è fermato fuori pista, in un prato. In questo caso, non c’era nessun muro a ostacolarne la corsa.
Quanto ai bird strike, l’aviazione civile ha registrato lo scorso 31 ottobre un incidente al Boeing 737-8 Max della Flair Airlines che decollando da Toronto per Winnipeg si è trovato ad attraversare uno stormo di oche, una delle quali ha perforato il parabrezza entrando nella cabina del comandante e gli ha causato ferite lievi per i frammenti di vetro. Inevitabile il rientro, ma nessuna vittima.
Lo scorso 7 marzo era successo in Italia, a un Airbus A320 Ita Airways, decollato alle 8.59 per Amsterdam e danneggiato sul muso dall’impatto con un volatile di grosse dimensioni. Raggiunto il livello di crociera 340, i piloti hanno deciso di far ritorno a Fiumicino, atterrando senza problemi alle 9.44. L’inversione della rotta poco prima di Firenze. Le statistiche dicono che nel 2023 i bird strike sono aumentati dell’11.4 per cento rispetto all’anno precedente, anche per l’incremento del numero di voli, e che avvengono per oltre metà in fase di atterraggio (più di un terzo nel decollo), per quasi l’80 per cento a quote sotto i 200 piedi. L’aereo resta un mezzo sicuro. Le vittime, quest’anno, sono state 298 su un totale di circa 5 miliardi di passeggeri in servizi di linea. Cinque gli incidenti fatali: in Nepal e Brasile, l’aereo azero colpito dalla contraerea russa, quello di ieri a Muan e un morto per turbolenze su un volo Singapore Airlines.