“Quel bambino non avrebbe dovuto vivere una tale esclusione”, spiega la psicoterapeuta Emilia Sannini
«Quel bambino ha vissuto un dolore gratuito, una penalizzazione crudele». La psicoterapeuta Emilia Sannini commenta il caso del pasto negato a un bambino nella scuola materna di Sulmona.
Come si è sentito il bambino che non ha avuto il pranzo a scuola?
Quel bambino inequivocabilmente ha subito un trauma. “Tu stai fuori, tu non sei come noi”, è il messaggio che gli è arrivato.
Che tipo di trauma?
Bisogna ricordare che la comprensione del mondo del bambino è essenzialmente emotiva.
Per una logica simmetrica, quella esclusione (“a te no”) risuona come “tu non sei come noi, non sei capace, non sei all’altezza, sei cattivo”. L’esclusione è un sentimento doloroso, che mette a disagio grandi e bambini. Far parte del gruppo è rassicurante. E un bambino ha bisogno di sentirsi al sicuro e non in pericolo. E poi il cibo nella fanciullezza rappresenta l’elemento centrale che caratterizza le relazioni di accudimento. “Ti nutro, mi prendo cura di te”.Quali conseguenze?
Aver penalizzato quel bambino non facendolo mangiare è stato un atto gratuito di dolore e crudeltà.
Come si sarebbe dovuti intervenire?
Bisogna promuovere ogni sforzo, ogni energia per affrontare questioni assolutamente complesse ad alto impatto sulla qualità di vita e sulla psiche dei bambini: come la povertà l’esclusione, l’equità di genere, la possibilità ad accedere a beni e risorse. C’è una norma intesa come regola (tu paghi, io ti do un servizio) ma c’è una regola fondamentale che è il buon senso, che va oltre ogni prescrizione. Quel bambino non avrebbe dovuto vivere una tale esclusione.
Quanto è importante la scuola per un bambino di 4 anni?
La scuola dell’infanzia rappresenta una tappa fondamentale nello sviluppo cognitivo sociale ed emotivo del bambino. È l‘ingresso nel mondo, lontano dalle sue figure di accudimento. Il luogo in cui vive il primo distacco. Un’officina creativa di sperimentazioni su un cervello, quello del bambino, che si nutre e si organizza essenzialmente attraverso la relazione con l’altro.
Cosa significa questo?
Significa che alla nascita il nostro cervello pesa pochi grammi (circa 200 , 8% del peso totale) con lo sviluppo raggiunge un peso di circa 1,3kg. Questo non è un dettaglio: gran parte dello sviluppo del cervello avviene dopo la nascita e quindi in un mondo fatto di relazioni in primis con la madre poi con tutte le altre figure che il bambino incontra. Pensiamo quante ore un bambino trascorrerà a scuola. La quantità e la qualità delle relazioni diventano determinanti sul suo concetto di identità. Influisce su come io sarò e come sentirò il mondo e come mi sentirò emotivamente rispetto ad esso.
Cosa dovrebbe garantire la scuola ai bambini?
Far acquisire competenze cognitive ed emotive specifiche in base all’età – ma anche insegnare e rendere possibile un valore centrale delle democrazie. L’idea di uguaglianza – una nuova sfida di questi tempi. Una sfida complessa oggi. Esistono condizioni delicate: come l’appartenenza a condizioni sociali ed economiche svantaggiate fino alla vera e e propria povertà, l’inclusione, il confronto con la presenza di bambini stranieri.